Antonio Rovaldi

Antonio Rovaldi – Job is My Danger

March 17th – April 19, 2008

(Italian text below)

Job is my Danger.” It sounds both serious and ironic. It sounds like the title of a 1970s Punk song, but it also alludes to a very true dimension: the danger of images, of their unveiling and, therefore, of the possible failure that nestles within.
For his second solo show at Monitor, we are pleased to present new work by Antonio Rovaldi, fruit of a year of study and research.
Job is My Danger is both the title of the show and of the video, the exhibition’s protagonist which was filmed entirely in the marble quarries of the Apuane Alps. The video tells of a descent into the earth’s bowels, of the warm notes of a saxophone which caress the stones, and of the human desire to translate a feeling into image. Inside, there is fear, the danger of failure.
“Imagine a world comprised solely of images”: intuition and its evolution are also born from this phrase, written quickly in white chalk on the ground of an abandoned parking lot in Philadelphia and discovered by Rovaldi during one of his journeys.
“Danger is my job” is a motto belonging to our most ancient memories, and it is also a memento written in red lacquer at the entrance of one of the quarries of the Tuscan Alps. The artist does nothing more than appropriate it, ironically capsizing the meaning: Job is My Danger, as if to say, in the end, the danger is also that of collecting an image without holding on to it, letting it slide away silently.
Rovaldi’s entire exhibition is a voyage for images which flower from the darkness of an almost Platonic cave, almost the epiphany of an initial journey whose end is not traced upon maps, in which losing and finding oneself is already the goal’s conquest. The small and precious ceramic works that counter-balance the video are almost work instruments, vestments that refer to a memory, like presences that emerge from obscurity and which immediately, inevitably, become something else…

Antonio Rovaldi

Antonio Rovaldi, 1975. Lives in Milan and New York.

Selected exhibitions:
2008 Italiani in Vacanza, curated by P. Tazzi, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno;
2006 Premio New York, Italian Academy at Columbia University, New York;
2005 Untitled, curated by A. Ascari and E. Bonaspetti, Spazio Ventura, Milan;
Cari Signori, Monitor Gallery, Rome;
Marcamenti, curated by D. Ferri, Museo dell’Arredo, Ravenna;
2004 Sopra il Luogo, De March Gallery, Milan.

 


Antonio Rovaldi – Job is My Danger

17 marzo – 19 aprile 2008

Job is my Danger“. Suona serio ed ironico al tempo stesso. Suona come una canzone punk anni ’70, ma contiene anche una dimensione tutta vera, che è quella del pericolo delle immagini, del loro disvelamento e quindi del fallimento possibile che si annida dietro.
Per la seconda personale presso la galleria Monitor, siamo lieti di presentare il nuovo lavoro di Antonio Rovaldi, frutto di un anno di studi e ricerche. Job is my Danger è il titolo della mostra, ma anche il video che ne è protagonista, interamente girato nelle cave di marmo delle Alpi Apuane. Narra di una discesa nelle viscere della terra, delle note calde di un sassofono che accarezzano le pietre, del desiderio umano di tradurre un sentimento in immagine. C’è dentro la paura, il pericolo di un fallimento.
Imagine a world comprised solely of images“: l’intuizione e il suo sviluppo nascono anche da questa frase, tracciata velocemente con un gesso bianco sul selciato di un parcheggio in disuso a Philadelphia e trovata da Rovaldi in uno dei suoi viaggi.
Il pericolo è il mio mestiere è un motto che appartiene alle nostre più antiche memorie, ed è anche un memento scritto in rosso lacca all’ingresso di una delle cave delle Alpi toscane. L’artista non fa altro che appropriarsene, ribaltandone ironicamente il senso: Job is My Danger, come a dire che alla fine, il pericolo è anche quello di cogliere un’immagine senza afferrarla, lasciando che scivoli via silenziosamente.
L’intera mostra di Rovaldi è un viaggio per immagini che affiorano dal buio di una caverna quasi platonica, quasi epifanie di un percorso iniziatico la cui fine non è tracciata nelle carte, in cui il perdersi e ritrovarsi è già di per sé la conquista del traguardo.
I piccoli e preziosi lavori in ceramica che fanno da contraltare al il video, ne costituiscono quasi gli strumenti da lavoro, i paramenti di una vestizione che rimandano ad un ricordo come presenze che emergono dall’oscurità ma che subito divengono inevitabilmente altro…

Antonio Rovaldi

Antonio Rovaldi, 1975 vive tra Milano e New York

Mostre selezionate:
2008 Italiani in Vacanza, a cura di P. Tazzi, Casa Masaccio;
2006 Premio New York, Italian Accademy at Columbia University, New York;
2005 Untitled, a cura di A. Ascari e E. Bonaspetti, Spazio Ventura, Milano;
Cari Signori, Galleria Monitor, Roma;
Marcamenti, a cura di D. Ferri, Museo dell’Arredo, Ravenna;
2004 Sopra il Luogo, Galleria De March, Milano