Francesco Arena
Francesco Arena – Impannellamento
February 13th – March 31st, 2006
(Italian text below)
Two years after the intervention 3,24 mq (prison cell of Aldo Moro), executed in the courtyard of Palazzo Capaccini, Monitor is pleased to present Francesco Arena’s second solo show.
On this occasion the artist will create a site-specific work inside the exhibition space that underscores a central theme in the artist’s oeuvre: the religious component, and its historical-social connotation, that characterises the south of Italy.
“Every town has its patron saint and saint’s day festival. During these festivals the streets are decorated with lights that transform the town and make it surreal”, states the artist.
“The lights are ephemeral and nomadic architectures that wander from one saint to another. They are the face of the festival, a manifestation of faith and an omen, a gift that the inhabitants offer to the saint and to themselves. The arc of lights that is installed in the street during the festival to point out a street, a new passage-way, an entrance and the sign in which faith mixes with belief, is also a signal marking the crossroads where martyrdom transforms the man into a saint and earthly life, through fervour, becomes the worship of altars and reliquaries.”
In the gallery’s exhibition space, a fully functional four-meter long by two and a half meter high arc containing 250 illuminated yellow lights, is suspended between two pine panels of the same dimensions.
The panels completely hide both sides of the arc; the only part that we are able to see is its perimeter from which the lights shine through. A fragment of the festival is thus placed in a reliquary that simultaneously preserves and negates the fragment.
The work’s title, Impannellamento, alludes to the taking of an object and enclosing it between two panels, almost as if it were a form of martyrdom.
The lights of the saint’s day festival, constricted, suffocated but, at the same time, conserved and protected inside the panels, are still partly able to carry out their mission of illumination.
However, they lose their decorative two-dimensionality and become a single beam of light. As martyrdom preserves and sanctifies certain figures, departing from the history of Christianity to events of today, so does the enclosed light become a mysterious object, externally a clear and warm monolith and internally a fragment of light, a cavity in the wall of things.
Francesco Arena
Francesco Arena, Mesagne, Brindisi, 1978.
Recent exhibitions include:
– 2005 Extra Moenia, curated by Giusy Caroppo and Achille Bonito Oliva, Castel del Monte, Andria;
– Carillon, Corporarte, curated by Antonella Marino, Showroom Calia, Matera;
– Arte all’Arte X, arte, architettura, paesaggio, -a+a Luciano Pistoi, Castello di Linari;
– Corso Superiore d’arti visive, curated by Roberto Pinto and Anna Daneri, Fondazione Antonio Ratti, Como;
– Spazio Aperto, curated by Dede Auregli and Chiara Pilati, Galleria d’Arte Moderna, Bologna.
Francesco Arena – Impannellamento
13 febbraio – 31 marzo 2006
A due anni dall’intervento nel cortile di palazzo Capaccini con l’opera 3,24 mq (cella di Aldo Moro) la galleria Monitor è orgogliosa di presentare la seconda personale di Francesco Arena (Mesagne, Brindisi, 1978).
Per il nuovo intervento all’interno dello spazio espositivo l’artista realizzerà un’opera site specific su uno dei temi a lui più congeniali: l’elemento religioso con la sua connotazione storico-sociale che caratterizza il Meridione d’Italia.
“Ogni paese ha il suo santo patrono e la sua festa patronale. Durante queste feste le strade vengono decorate da luminarie che trasformano e surrealizzano il volto del luogo” suggerisce lo stesso artista.
“Le luminarie sono architetture effimere e nomadi che vagano da un santo all’altro, sono la faccia della festa, sono una manifestazione di fede e un auspicio, un dono che gli abitanti offrono al santo e a se stessi. L’arco di luce che durante la festa è installato per strada a segnalare un nuovo varco, un punto di passaggio, la porta e l’insegna nelle quali la fede si mischia alla credenza, è un segnale che conduce al bivio dove il martirio trasforma l’uomo in santo e la vita terrena attraverso la passione diventa culto degli altari e dei reliquiari.”
Un pezzo del corpo della festa, un arco largo quattro metri e alto due e mezzo, perfettamente funzionante, con duecentocinquanta lampadine gialle accese, è stato preso e sospeso tra due pannelli di multistrato di pino delle medesime dimensioni.
I pannelli nascondono completamente la due facce della luminaria, l’unica parte che possiamo vedere è il perimetro della stessa da cui esce la luce dell’arco.
Un frammento della festa è così posto in un reliquiario che lo conserva e lo nega contemporaneamente.
Il titolo dell’opera Impannellamento allude all’azione di prendere un oggetto e di chiuderlo appunto tra due pannelli, quasi fosse una forma di martirio.
La luminaria da festa patronale all’interno dei pannelli, stretta, soffocata, ma allo stesso tempo conservata, protetta, ancora in grado di svolgere in parte la sua missione illuminando, perde la propria bidimensionalità decorativa e diventa un fascio di luce.
Come il martirio preserva e santifica determinate figure partendo dalla storia del cristianesimo sino ai fatti odierni, così la luminaria impannellata diventa un oggetto misterioso, esternamente un chiaro e caldo monolite con all’interno un frammento di luce, un’intercapedine nel muro delle cose.
Francesco Arena
Francesco Arena, Mesagne, Brindisi, 1978.
Tra le mostre più recenti segnaliamo:
– 2005 Extra Moenia, a cura di Giusy Caroppo e Achille Bonito Oliva, Castel del Monte, Andria;
– Carillon, Corporarte, curata da Antonella Marino, Showroom Calia, Matera;
– Arte all’Arte X, arte, architettura, paesaggio, -a+a Luciano Pistoi, Castello di Linari;
– Corso Superiore d’arti visive, a cura di Roberto Pinto, Anna Daneri, Fondazione Antonio Ratti, Como;
– Spazio Aperto, a cura di Dede Auregli e Chiara Pilati, Galleria d’Arte Moderna, Bologna.