PAURA DELLA PITTURA | curated by Gianni and Giuseppe Garrera

a cura di Gianni e Giuseppe Garrera

 

Opening  Sabato 4 Marzo, dalle 16 alle 21

Fino al 22 Aprile 2023

 

“Ma l’atto del dipingere è spesso caratterizzato non più dal coraggio come per Giotto, per Tintoretto, o per Tiziano o per Caravaggio o per Van Gogh, anzi dalla paura. Paura degli amici, dei nemici, dei critici, dei mercanti, della propria cultura, dei libri che si son letti, del ‘breviario di estetica’, dei quadri che si son visti e di quel che è stato detto e scritto su quei quadri, paura di se stessi, del proprio passato e del proprio avvenire, paura dell’illustrazione, del decorativismo, del naturalismo, del sentimento, dell’imitazione, paura dell’oggetto come oggetto, paura d’essere nella moda e paura d‘esserne fuori”.*

 

La mostra è molto semplice: come in una sorta di sacra conversazione tra antichi e moderni, tra vivi e morti, gli artisti attuali della galleria convivono con artisti passati di area figurativa italiana (per usare un’espressione scolastica di comodo). Fare arte di viventi enon viventi non significa ricercare parentele o progenitori. Anche se non si è mai sottratti da una tradizione, può esserci incoscienza artistica e non riferirsia vincoli genealogici ma solo a concomitanze e sortilegi, magari senza che sia mai avvenuto un contatto. Il legame tra costoro è aver abitato e abitare poeticamente il mondo.

Di ogni artista trascorso (Giovanni Acci, Ugo Celada, Alfredo Chighine, Virgilio Guzzi, Walter Lazzaro, Giovanni Omiccioli, Domenico Purificato, Ada Schalk, ecc.) è stato scelto un solo dipinto canonico (olio su tela o su tavola, di dimensioni domestiche,da cm 30 X 40 a un massimo di cm 70 x 100circa**), la stessa cosaper i viventi: Matteo Fato, Thomas Braida, Nicola Samorì e Elisa Montessori. Ad essi si è richiesto un dipinto che stia entro le stesse misure o le superi per eccesso o per difetto in modo tollerato (il quadro èlasola porzione ritagliatadi mondo che serve guardare), e di non preoccuparsi dell’originalità (capricciosa) del soggetto ma che lo scelgano assolutamente nella tradizione: natura morta, paesaggio, nudo, ritratto, vaso con fiori, vanitas, ecc. (“soggetto ed emozione sono sinonimi”). La pittura è pericolosa, non lo dimentichiamo: vasi, paesaggi e figura e tutte le convenzioni salvano, sono parapetti,proteggono dal mare aperto, “dove non si tocca”. Per l’inaugurazione, le pareti della galleria, della nuova sede, espongono quadri (“ad altezza d’uomo”), contro tutti i ritorni in pittura, senza temere i miraggi, gli orli sul precipizio, le parvenze dell’al di qua che questa pittura celebra.

Ricordano i curatori che: “Pochi giorni prima di morire in guerra, Boccioni aveva avuto un pensiero: Nulla è più terribile dell’arte. Tutto ciò che non è arte è disprezzabile. Tutto quanto è giuoco in confronto a una pennellata giusta. La pittura è un nemico che non smetterà mai di vincere”. La mostra si intitola Paura della Pittura, gli artisti sono stati invitati a fare quello che sanno fare bene e per cui la galleria li ha scelti: pitturare “senza paura”, confidando sui paraocchi del cerimoniale della mostra.

 

Giovanni Acci (Firenze, 14 luglio 1910 –Pietrasanta, 12 ottobre 1979), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Ugo Celada da Virgilio (Cerese, 1895 –Varese, 1995), Alfredo Chighine (Milano, 1917 –Pisa, 1974), Matteo Fato (Pescara, 1979), Walter Lazzaro (Roma, 1914 –Milano, 1989), Virgilio Guzzi (Molfetta, 1902 –Roma, 1978), Elisa Montessori (Genova, 1931), Giovanni Omiccioli (Roma, 1901 –Roma, 1975), Domenico Purificato (Fondi, 1915 –Roma, 1984), Nicola Samorì (Forlì, 1977), Ada Schalk (Milano, 1983 –Varese, 1957)

 

*Renato Guttuso, in Paura della pittura. Numero monografico di “Prospettive”, a. VI, n. 25-27, 15 gennaio –15 marzo 1942.

** I dipinti al di sotto di cm 170 x 120 sono definiti da Boccioni: “quadretti”.

 


ENG

 

curated by Gianni and Giuseppe Garrera

Opening Saturday 4th March, from 4 to 9 PM

Until April 22nd 2023

 

“Yet the act of painting is often characterized not by courage, as it was for Giotto, Tintoretto, Tiziano, Caravaggio or for Van Gogh, but by fear. Fear of friends, of enemies, of critics, of merchants, of our own culture, of books one has read, of The Essence of Aesthetics, of paintings we have seen and that which was said and written about those paintings, fear of ourselves, of our past and our future, fear of illustration, of decorativism, of naturalism, of feelings, of imitation, of an object as an object, fear of fashion and fear of being outside of it all.”*

This show is very simple: like a kind of sacred conversation between old and modern, living and dead, the gallery’s artists coexist with artists from Italian figurative painting, to use an academic term. Making art of the living and non-living doesn’t mean searching for family ties or predecessors. Even though we can never entirely abstract ourselves from tradition, there can be an unconscious understanding which is not reliant on genealogical ties but on coincidence and enchantments, perhaps without there ever having been any kind of bond. The relationship between the artists is one of poetically inhabiting the world around them.

A single, canonical painting has been chosen to represent each dead artist (Giovanni Acci, Ugo Celada, Alfredo Chighine, Virgilio Guzzi, Walter Lazzaro, Giovanni Omiccioli, Domenico Purificato, Ada Schalk etc.): an oil on canvas or a panel of small, domestic dimensions, varying from 30 x 40cm to a maximum of 70 x 100cm**. Likewise, their living counterparts (Matteo Fato, Thomas Braida, Nicola Samorì and Elisa Montessori) were asked to create a new painting broadly following the prescribed dimensions (the painting is the only glimpse of the world we need to look see), and to not concern themselves with the (whimsical) originality of their subject but to unambiguously follow the tradition of painting: still lifes, landscapes, nudes, portraits, vases with flowers, vanitas and so on (“the subject and emotions are synonyms”). Let us not forget that painting is dangerous: vases, landscapes, figures and all other such conventions actas guardrails which save us from the open sea where we “cannot touch”. For the inaugural show at Monitor’s new space in Rome, the gallery walls reveal small paintings counter to the latest trends in painting, without fearing mirages, edges of cliffs, or the semblances these paintings celebrate.

The curators remind us that “A few days before dying in the war, Boccioni had a thought: Nothing is more terrible than art. All that which is not art is contemptible. Everything is a game when confronted with the right brushstroke. Painting is the enemy which will never cease to win.”The exhibition is titled Fear of Painting and the artists have been invited to do that which they excel at and for which they have been selected by the gallery: painting “without fear”, relying on the blinkers of the inaugural show.

 

Giovanni Acci (Florence, 14 luglio 1910 –Pietrasanta, 12 ottobre 1979), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Ugo Celada da Virgilio (Cerese, 1895 –Varese, 1995), Alfredo Chighine (Milan, 1917 –Pisa, 1974), Matteo Fato (Pescara, 1979), Walter Lazzaro (Rome, 1914 –Milan, 1989), Virgilio Guzzi (Molfetta, 1902 –Rome, 1978), Elisa Montessori (Genova, 1931), Giovanni Omiccioli (Rome, 1901 –Rome, 1975), Domenico Purificato (Fondi, 1915 –Rome, 1984), Nicola Samorì (Forlì, 1977), Ada Schalk (Milan, 1983 –Varese, 1957)

 

*Renato Guttuso, Fear of Painting. Monographic issue of “Prospettive”, VI, 15 January –15 March 1942, nn. 25-27.

** Boccioni referred to paintings smaller than 170x120cm as “quadretti” or “little paintings”.