Rä Di Martino

Solo show

April 2nd – May 8th 2011

Monitor is proud to present the latest project by Rä di Martino, now at her second solo show in our Palazzo Sforza Cesarini premises.
In this new series of photographic works and two installations the artist’s gaze has turned to various abandoned film sets in Tunisia and Morocco. The Tatooine settlements of Star Wars, an unlikely American service station and a Tibetan archway all become modern ruins starkly rising up from the desert dunes.
In her first non-video work to be shown in Italy, di Martino raises questions concerning those elements that make up the movie industry – what happens to a film after a film and what kind of relationship springs up between the products of the movie industry and those people who absorb and live that product? Rä di Martino explores the idea of the landscape as a “stand-in”, underlining the persuasive power of images. Paola Nicolin aptly summed up the question in her piece devoted to the artist which appeared in the March-April issue of Abitare when she stated that every film envelops us in uncertainty.
From Tibet in Kundun to The Gladiator of Ancient Rome or Jesus of Nazareth, the generous Moroccan desert has been the setting of what can only be termed a long “visual dislocation”, in which anything from Ancient Egypt to Jerusalem or New Mexico coexist in an extraordinary layering of visual and mental identities between the reality of these North Africa landscapes and the collective memory. Among these abandoned sets that have been continuously adapted to suit a succession of Hollywood productions, ancient local ruins have been submerged by sediments of abandoned props in a progressive mutation process that has nonetheless left the precious original characteristics of these places unaltered.
Having hosted over thirty films, the Kasbah of Ait Ben Haddou in Southern Morocco is one of the most spectacular locations in the Atlas Mountains. With a skyline utterly untarnished by modern constructions, Ait Ben Haddou is the perfect symbol of a stand-in landscape present in di Martino’s work. In the large installation conceived for her solo show at Monitor, Rä di Martino offers a repeatingly and obsessively alienating image of the Kasbah, and in another installation old slide pre-viewers, of the kind thet were once used to show travel photographs, are transformed into miniature sets in which stylised desert landscapes are hinted at with scotch tape and pencil – evocative of theruined sets visited by the artist.
In the photographic work presented in the exhibition, the sense of visual dislocation is dense with suggestions that recall some of the topos of 20th century art – fake watch towers, catapults, the alien structures from the Star Wars sets, all appear almost as involuntary pieces of Land Art, surreal spiral jetties of Smithsonian memory. The American gas station, landmark par excellence and beloved by artists such as Eggleston and Hopper, in the work of Rä di Martino becomes one of the many surreal aspects of Morocco, with the placid presence of a Berber revealing yet another of this land’s many illusions.

Rä di Martino

Rä di Martino (Rome, 1975 lives and works in Turin and New York).
Selected Solo shows: 2010: ‘Ra di Martino – Artscape’,Vartay Gallery Vilnius, curated by Luigi Fassi; 2009: The Night Walker and Other Works, CAV Coimbra, Portogallo, curated by Miguel Amado; ‘August 2008’, Monitor, Rome; Selected Group Shows and film festivals: 2010: ‘Terre Vulnerabili’, Hangar Bicocca, Milan, curated by Chiara Bertola; Lo Sguardo Persistente, GAM Turin, curated by Elena Volpato; Linguaggi e Sperimentazioni. Giovani artisti in una collezione contemporanea, MART, Rovereto, curated by Giorgio Verzotti; SI Sindrome Italiana, Magasin, Grenoble; VideoZone 5th VideoArtBiennale, Tel Aviv, Israel; 2009: Italics, MCA, Chicago, curated by Francesco Bonami. Festivals including the Stuttgart Filmwinter; the International Rotterdam Film Festival; the Signal & Noise Media Art Festival 2010, Portland; the KunstFilmBiennale, Cologne & Bonn; Viper Basel, the Locarno Film Festival; the Turin Film Festival.


ITALIAN VERSION

Rä di Martino 

Solo show

2 aprile – 8 maggio 20122

La galleria Monitor è orgogliosa di presentare il nuovo progetto di Rä di Martino, alla sua seconda personale nella sede di Palazzo Sforza Cesarini.
Una serie di nuovi lavori fotografici e due installazioni inedite restituiscono lo sguardo dell’artista sui set cinematografici abbandonati di varie località in Tunisia e Marocco: gli insediamenti di Tatooine in Guerre Stellari, un’improbabile stazione di servizio americana e infine un arco Tibetano divengono moderne rovine che si ergono straniate in mezzo alle dune del deserto.
Gli interrogativi sui quali l’artista pone l’attenzione-esponendo per la prima volta in Italia un progetto non legato al mezzo video- stanno alla base dell’industria legata all’immagine filmica: cosa succede al cinema dopo il cinema e che tipo di relazione si instaura tra ciò che l’industria cinematografica produce e l’essere umano che ne assimila e vive il prodotto.
Rä di Martino esplora l’idea del paesaggio come controfigura, ponendo l’accento sul potere persuasivo delle immagini. Come giustamente titola Paola Nicolin in un articolo dedicato all’artista (Abitare marzo-aprile 2011), ogni film ci avvolge nell’incertezza.
Che sia Kundum in Tibet, Il Gladiatore dell’antica Roma o Gesù di Nazareth, il generoso deserto del Marocco è stato teatro di una vera e propria “dislocazione visiva” in cui luoghi diversissimi come l’Antico Egitto, Gerusalemme o il New Mexico coesistono e coabitano nello stesso territorio, mettendo in atto un incredibile gioco di sovrapposizioni visive e mentali, tra ciò che costituisce la realtà del paesaggio Nord Africano e ciò che appartiene al ricordo della memoria collettiva.
In questi set abbandonati e costantemente rimaneggiati dalle produzioni Hollywoodiane, antiche rovine del posto vengono inglobate da sedimenti di props cinematografici lasciati in loco e costantemente rimaneggiati in una continua trasformazione del luogo in altro da se, pur mantenendone invariate le caratteristiche che lo rendono così prezioso.
La kasbah di Ait Ben Haddou nel sud del Marocco, una delle località più spettacolari dell’Atlante marocchino, con più di trenta film ospitati al suo interno e con il suo orizzonte sgombro da costruzioni moderne è il simbolo perfetto del paesaggio-controfigura. Nella grande installazione che Rä di Martino propone per la sua personale da Monitor, l’immagine della kasbah viene riproposta in maniera ossessiva e straniante, così come dei vecchi visori di diapositive americani, usati un tempo per guardare le foto di viaggi, divengono dei piccoli teatri in cui paesaggi desertici stilizzati con semplici tratti di scotch e matita ricordano le rovine dei set cinematografici da lei visitati.
Nei lavori fotografici presentati, il dislocamento visivo si imbeve di suggestioni che richiamano alcuni topoi dell’arte americana del XX secolo: finte torrette di avvistamento, catapulte, le strutture aliene del set di Mos Espa, sembrano quasi delle involontarie opere di Land Art, surreali spyral jetty di smithsoniana memoria. La Gas Station americana, landmark per eccellenza e amato da artisti quali Eggleston e Hopper, nelle opere di Rä di Martino è in realtà una delle molte e surreali facce del Marocco e di cui la tranquilla presenza di un berbero svela l’ennesimo trucco.

Rä di Martino

Rä di Martino (Roma, 1975 vive e lavora tra Torino e New York).
Selected Solo shows: 2010: ‘Ra di Martino – Artscape’,Vartay Gallery Vilnius, a cura di Luigi Fassi; 2009: The Night Walker and Other Works, CAV Coimbra, Portogallo, a cura di Miguel Amado; ‘August 2008’, Monitor, Roma; Selected Group Shows and film festivals: 2010: ‘Terre Vulnerabili’, Hangar Bicocca, Milan, a cura di Chiara Bertola; Lo Sguardo Persistente, GAM Torino, a cura di Elena Volpato; Linguaggi e Sperimentazioni. Giovani artisti in una collezione contemporanea, MART, Rovereto, a cura di Giorgio Verzotti; SI Sindrome Italiana, Magasin, Grenoble; VideoZone 5° VideoArtBiennal, Tel Aviv, Israel; 2009: Italics, MCA, Chicago, a cura di Francesco Bonami and festival including Stuttgart Filmwinter; International Rotterdam Film Festival; Signal & Noise Media Art Festival 2010, Portland; KunstFilmBiennale, Cologne & Bonn; Viper Basel, Locarno Film Festival; Torino Film Festival.